Generalizzazione e applicare il metamodello della PNL

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Generalizzazione e applicare il metamodello della PNL

La generalizzazione crea una percezione distorta e falsata della realtà

Oggi voleremo nei campi della filosofia e del linguaggio: se c’è una cosa che mi ha sempre appassionato è il rapporto che c’è tra emozioni, pensieri e realtà.
Ognuno di noi ha la propria percezione della realtà, che dipende dalle esperienze che abbiamo vissuto in passato, dai nostri ricordi, dalle convinzioni, dai valori che abbiamo sviluppato nel tempo anche in base alle frasi che ci hanno trasmesso i nostri genitori o la scuola (la PNL parla di metaprogramma).

E i pensieri hanno un’azione diretta sulle emozioni: proviamo emozioni diverse persino di fronte alla stessa medesima cosa.
Per esempio, io ho paura delle api, è risaputo: quando vedo un’ape, sudo freddo e la mia prima reazione istintiva é quella di scappare o di andarmi a nascondere. (Questo è stato motivo di grandi figuracce… puoi immaginare… ma va bene così!). Un apicoltore, invece, ha una reazione completamente diversa! Avendo un’esperienza quotidiana con le api, non ha quella stessa paura che provo io e addirittura riesce ad avvicinarsi senza indossare le proprie protezioni per preservarsi. Riesce, quindi, ad avere un’esperienza di tipo emotivo e comportamentale completamente diversa.

Perché questo argomento è importante? Perché i nostri pensieri ci permettono di fare esperienza del mondo in modo fluido, di agire e provare emozioni piacevoli senza interrompere il contatto con la realtà. A meno che questi pensieri non siano intrusivi e disfunzionali: in quel momento sì che ci blocchiamo, il contatto viene interrotto, proviamo delle emozioni di tensione che non ci piacciono e andiamo letteralmente su un altro pianeta. Ritorniamo nella nostra mente con i nostri pensieri e iniziamo a comportarci in maniera incoerente, a vedere la realtà in modo distorto.

Ti lascio al video su questo argomento o, se preferisci, puoi ascoltare la versione audio che trovi alla fine dell’articolo o semplicemente continuare con la lettura.

Generalizzazione e pensieri assoluti

Una tipologia di pensieri è quella della generalizzazione, quel processo per cui prendiamo un dato dalla realtà, qualcosa che ci è successo, e la proiettiamo su una categoria intera di cose, di persone o di avvenimenti. Diventa un meccanismo automatizzato che il cervello fa per dare una visione più facile e più semplice della realtà in cui, in alcuni casi, potersi rifugiare.

Non è sempre così però: puoi immaginare quanto sia importante per il nostro cervello elaborare una sola volta l’informazione “Se tocco una pentola sul fuoco mi brucio”. Immagina come potrebbe essere se dovessimo invece elaborare continuamente “Se tocco questo mi brucio. Mi faccio male.”. Quanta energia consumeremmo? In quel caso sì che la generalizzazione diventa funzionale, ma in altre circostanze non lo è.

Se ad esempio la tua famiglia ti ha trasmesso da piccolo il messaggio “Da grande stai attento al giudizio degli altri, perché tutti punteranno il dito contro di te.”, inizierai a pensare e a generalizzare che tutte le persone giudicano. E quando sarai sul punto di esternare un tuo stato d’animo o di mostrare un tuo pensiero, ci penserai due volte prima di farlo e si attiveranno delle emozioni spiacevoli per te che causeranno un blocco. Per difenderti preferirai contenere, tenere tutto dentro.
Tu mi dirai: “Beh, ma ho ragione! Perché in quel momento penso a difendermi!”. Hmm, non è proprio così, perché senti comunque che c’è un’incoerenza di fondo. Te lo dicono le tue emozioni: agisci in modo incoerente rispetto ai tuoi bisogni e desideri. La generalizzazione in quel caso non è qualcosa che ti porta un valore, qualcosa di buono.

Generalizzazione e PNL: il metamodello

Occorre fare un procedimento inverso, andare cioè dal generale sempre più nello specifico e nel particolare e applicare quello che in PNL viene definito metamodello. In che modo se non utilizzando, specialmente nel linguaggio, la prima persona e riconducendo tutto alla tua personale esperienza?!
Se ad esempio sei stato tradito in passato da un amico e inizi a pensare “Non ci si può fidare di nessuno al giorno d’oggi”, allora comincia a chiederti “Beh, ma quante persone conosco? Quante di queste mi hanno tradito e quante invece rappresentano amici di cui potrei fidarmi? Io in prima persona sono una persona affidabile?”

Capisci come questo ti permette di riappropriarti di pensieri che siano più coerenti con la tua visione della realtà? Pensieri che siano “tuoi”, e non quelli inculcati e che in qualche modo hai assimilato da una singola esperienza ed estesa a tutte le altre. Questo ti restituisce una grande libertà, quella di scegliere e di vedere non solo il bianco e il nero ma anche una serie di sfumature che stanno in mezzo. E se non esistono nella tua vita, iniziare a costruire delle alternative.

Ad esempio, il caso “particolarissimo” e diffusissimo de “Tutti gli uomini sono uguali”, e poi la controparte “Tutte le donne sono uguali”. Quanti uomini conosci? Quante donne? Quante nella tua esperienza si sono rivelate relazioni negative per te? E ci sono delle persone con cui potresti avere esperienze positive? Oppure persone all’esterno da cercare?
Perché è proprio qui il punto: la libertà è quella di costruire delle alternative se non ci sono, e di decidere “Bene, fino a oggi è stata questa la mia esperienza. Da domani in poi sarà completamente diversa”.

Oltre a questo, ti dà anche la possibilità di sviluppare un pensiero critico più profondo rispetto all’invasione di dati da cui siamo attraversati ogni giorno. Vedi, quante volte ti è capitato di imbatterti in un’informazione o in un articolo, in una news che inizia con “Gli esperti affermano che…” “Gli esperti ricercano e scoprono che…”? Quali esperti? Da dove vengono? Esperti di quale materia?
Applicare il metamodello ti permette di non rimanere in superficie ma di andare a fondo; di estraniarti da un atteggiamento di lamentela generica, da questo oblio superficiale da cui siamo invasi spesso, e iniziare a costruire il tuo personale pensiero andando, però, in profondità e alla ricerca di senso.

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Alla prossima!

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Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

2 risposte

  1. Buongiorno o un bimbo di 5 anni con problemo di DSA e un bimbo affettuosissimo ama giicare con.la bicicletta motore scivolo altalena ma tutto il resto do giochi sembra che lo annoiano . la terapista ABA che mio figlio fa da poco ABA aveva inserito a mii figlio di 5 anni un niovo metodo il linguaggio dei gesti mio ripete tante parole richiede alcune cose tipo acqua biscotti gelato chiama papà mamma ogni tanto scappa qualche frase ma poi nn te la ripete più quelle poche parole che lui dice le ripete male tipo totti per biscotti acqua la chiama qua qua avvolte acqua e cosi la terapista ABA aveva inserito questo tipo di linguaggio per farlo imparare a parlare più velocemente e più corretto ma io vedevo in mio figlio una confusione se richiedava qualcosa nn mi faceva in gesto per richiedere ma una serie di gesti anche quelli che nn appartenevano al linguaggio e diventava nervoso all’ estremo ora mi sono messa a parlare un po’ con la pscomotricista e che fa un po’ di cognitivo comportamentale e specializzata in altre settori mi ha detto che il bimbo a un problema di generizzazione che piano piano lo riusciremo a d allontanare cosa succede in mio figlio me lo puoi spiegare

    1. Ciao Mamy e grazie del tuo commento. La generalizzazione di cui parliamo in questo articolo fa probabilmente riferimento a qualcosa di molto diverso.
      Dal momento che tuo figlio è seguito da due professionisti molto specializzati, ti consiglio due cose:
      1) Confrontarti con la terapista ABA riguardo la confusione che vedi in tuo figlio ed il nervosismo con il nuovo metodo dei gesti, così da farti accompagnare nel percorso.
      2) Chiedere alla psicomotrocista cosa intende per generalizzare e qual è l’obiettivo da raggiungere, in modo da sentirti più rassicurata e serena anche tu.
      Quando ci sono delle figure di riferimento, è sempre buona cosa chiedere loro maggiori spiegazioni perché è un percorso che fate insieme. Spero ti sia utile come risposta!

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