Ipersensibilità: il dono delle persone altamente sensibili

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Ipersensibilità: il dono delle persone altamente sensibili

Sei una persona sensibile?

L’ipersensibilità è un dono per la persona che sviluppa consapevolezza nei confronti di questa propria qualità. Chi invece non ha coscienza della sensibilità che possiede, potrebbe viverla come un problema che causa sofferenza.

Vediamo insieme come relazionarsi con l’ipersensibilità, sia essa la nostra o delle altre persone.
Puoi guardare il video di seguito o ascoltare la versione podcast in fondo alla pagina. In alternativa, puoi continuare a leggere.

Quando l’ipersensibilità è un dono…

Una persona ipersensibile è maggiormente coinvolta. Chi dimostra di essere sensibile si lascia trasportare in misura maggiore dagli stimoli che provengono dall’ambiente. Di conseguenza, ciò comporta una maggiore attivazione sulla base di ciò che si muove nel mondo esterno.
Questo accade a causa dell’alta attenzione che le persone altamente sensibili rivolgono verso gli altri, notando ogni singola loro variazione dell’umore, del comportamento o anche soltanto estetica.

L’ipersensibilità è quindi un dono. Una caratteristica del genere è un raro privilegio che ti consente di essere una grande risorsa costruttiva per gli altri. Hai infatti un’apertura differente al mondo, tale da poter notare elementi fuori dal comune e dare una lettura diversa della realtà.

… e quando essere sensibili è un incubo

Essere sensibili può però trasformarsi un incubo. Se manca la consapevolezza di chi sei, come ti dicevo, la tua sensibilità può diventare problematica. Ciò avviene quando le tue attenzioni sono rivolte in senso assoluto soltanto all’esterno.
Trascurare la tua parte interiore, sacrificando bisogni e desideri, fa sì che una qualità rara come la sensibilità diventi fonte di dolore e sofferenza.

Se non ascolti le tue parti per dar retta invece soltanto alle esigenze altrui, vivrai un senso di incompletezza. Certo, è difficile confrontarsi con sensazioni come la paura del giudizio degli altri qualora non dovessi esserci per una volta per loro; è altrettanto complicato fronteggiare il proprio giudice interno.
Forse ti sarà capitato di manifestare sensibilità comportamentale reagendo in modo emotivo, e di riflettere sul fatto che possa essere stata un’esagerazione. “Forse sono io a pensare in modo erroneo. Forse non era poi così grave”.

Cedere al dubbio e all’incertezza ti porta a sentirti inadeguato e, soprattutto, ad avere la percezione che gli altri non ti comprendano fino a fondo e non facciano molto per avvicinarsi al tuo modo di vedere le cose.

Ipersensibilità e introversione, uomo e donna

Spesso l’ipersensibilità è associata all’introversione. Del resto, anche le persone introverse possiedono un grande dono se ne prendono consapevolezza.
Un altro collegamento è riferito al genere: comunemente, infatti, si pensa che le donne siano più sensibili degli uomini. È soltanto un falso mito influenzato da fattori culturali secondo cui l’uomo deve dimostrarsi forte e non può concedersi il lusso di piangere.

Non esistono generi con più sensibilità ma soltanto persone più o meno sensibili. A prescindere dal proprio sesso, quello che conta comprendere è un solo fatto: quand’è che ricordi di avere un corpo di cui prenderti cura? Beh, proprio nel momento in cui soffri.
La sofferenza ha il compito di richiamare la tua attenzione, spostandola dall’esterno verso le tue parti interne che hai lasciato da parte. Esse esistono e hanno bisogno di te, che ti prenda cura delle tue necessità!

Come rapportarsi con la propria sensibilità emotiva?

Ti do qualche suggerimenti per imparare a relazionarti con il tuo essere una persona altamente sensibile.

  1. Impara a contattare il tuo corpo. Ti anticipavo poco fa che rivolgere la tua attenzione soltanto all’esterno fa sì che ti dimentichi di avere un corpo. Esso è fatto di sensazioni, movimenti più o meno consapevoli, dolori. Impara a sentire ciò che avverti a livello fisico e a riconoscere, chiamandolo per nome, tutto ciò che provi a partire dalla pelle fino alle emozioni.
  2. Stabilisci i tuoi confini. Una volta che sai fin dove si estende la tua capacità di sentire il corpo, costruisci e definisci i tuoi confini personali. Si tratta a tutti gli effetti di apprendere fin dove puoi spingerti e dove possono arrivare gli altri nel rapporto con te.
    Questo processo consiste nel saper dire di nopartendo da ciò che ti invade quotidianamente: il carico di lavoro che non ti spetta, l’uscita con gli amici che non vuoi fare, la festa a cui non vuoi andare.
  3. Pratica l’assertività. È importante saper comunicare agli altri le tue esigenze, nel modo più chiaro possibile. Proprio perché la sensibilità può essere mal compresa, sii cristallino nel condividere quali sono i tuoi bisogni. Il tutto nel massimo dell’assertività, senza subire o scadere nella violenza.
  4. Rispettati per avere rispetto. Infine, esigi molto di più. Questo deve avvenire prima di tutto nei confronti di te stesso; soltanto in questo modo gli altri ti rispetteranno e comprenderanno che sei molto più di una spugna da spremere fino all’osso per la sua disponibilità.

Come relazionarsi con un ipersensibile

Sii pronto a metterti in gioco con chi è sensibile. Non ci sono trucchi o tecniche per imparare a relazionarsi con l’ipersensibilità altrui. Anche in questo caso, parti da te stesso per riportare tutto al rapporto con gli altri in modo sano.

È proprio questo che sento di dirti. Per sviluppare relazioni armoniche, sii disposto all’incontro. È un cammino che prevede la capacità di mettersi in discussione e rimanere in crescita costante.
Se ad esempio il punto di vista sensibile dell’altro ti offre una prospettiva differente delle cose, non metterti sulla difensiva e sii invece aperto ad accoglierlo e, insieme, ad elaborarlo nel bene di entrambi.

Conclusione

Se sei una persona sensibile, riconnettiti a te stesso ristabilendo l’esperienza corporea, costruisci confini chiari da comunicare all’altro e rispettati in primis per avere rispetto.
Fammi sapere che rapporto hai con la tua sensibilità e quella degli altri con un messaggio Whatsapp al 3293211971.

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Infine, se vuoi essere accompagnato nel cammino per prendere consapevolezza del dono della tua sensibilità, lavora con me iniziando un percorso di crescita e cambiamento.

Ascolta “Ipersensibilità: il dono delle persone altamente sensibili” su Spreaker.

Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

2 risposte

  1. Salve dottore, sono una persona altamente sensibile e ho una figlia con una sensibilità molto simile alla mia. Purtroppo però, le nostre esperienze nel corso della vita sono state molto diverse, io ho imparato a difendermi attraverso tante esperienze che ho dovuto anche subire ma che mi hanno dato la possibilità di crescere in fretta e mi hanno aiutato ad avere rispetto per me e per il mio corpo. Per mia figlia purtroppo non è stato così e cinque anni fa’, in quarto superiore si è ammalata di anoressia nervosa. Abbiamo vissuto momenti davvero difficili e tutta la famiglia ha subito le conseguenze con ritiro sociale da parte di tutti noi, ci siamo isolati e i nostri amici, a parte qualche telefonata ci hanno abbandonato. Ora la situazione è migliorata e volevo chiederle come è potuto accadere che nostra figlia non sia stata in grado di proteggersi, perché ha subito così tanto dal contesto, dalla scuola che non ha saputo aiutarla, ma che invece (lei ha frequentato il liceo classico ed è stata sempre la più brava della classe) ha contribuito ad isolarla e metterle contro le sue compagne di classe alimentando una incontrollata competizione tra loro. Esiste davvero secondo lei una correlazione tra alta sensibilità e disturbo del comportamento alimentare? La ringrazio in anticipo per una sua risposta e le invio i miei più cordiali saluti.

    1. Salve Vittorio, grazie per il messaggio. Mi dispiace per quello che avete subito come famiglia e ciò che viva sua figlia… dev’essere un grande dolore sentirsi lasciati soli dalle persone vicine e immagino che sia lo stesso che ha sentito sua figlia vedendo la classe voltata contro.
      La sua domanda è molto pertinente. Nel dca sono tanti i fattori scatenanti, e le emozioni sembrano ingestibili, impossibili da regolare. Ci si sente travolti. Se una persona è altamente sensibile, il tutto è vissuto in maniera più intensa, ma il tratto dell’alta sensibilità non è la causa.
      Spero che stiate meglio oggi e che abbiate fatto un percorso terapeutico. Anche per avere delle risposte 🙂

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