Come reagire alla sofferenza e al dolore

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Come reagire alla sofferenza e al dolore

Come reagire quando ti senti giù?

Capita a tutti di star male e passare un periodo difficile, ad esempio per la perdita del lavoro, di un’amicizia, dopo un lutto o dopo la fine di una storia d’amore. Quando sei giù di corda, di malumore o ti senti depresso, vivi uno stato difficile da sopportare e ricerchi in tutti i modi le forze per reagire.

Vorresti davvero riuscire a farti coraggio e riprenderti, anche perché sono tante le cose che ogni giorno devi portare avanti e che richiedono la tua presenza: il lavoro, lo studio, la famiglia, i figli, la spesa, le faccende domestiche. A questo si aggiungono le pressioni delle persone che ti stanno vicino, le quali ti incoraggiano ed esortano a reagire perché non vogliono vederti star male.

È questo un tempo in cui mostrarsi deboli non è socialmente accettato e non è contemplato staccare la spina da tutto e tutti. Un tempo in cui manca tempo, e star male pare voglia dire rimanere irrimediabilmente indietro rispetto al mondo che procede avanti velocemente.
Tra scadenze su scadenze da rispettare, con l’acqua alla gola, l’immagine che mi viene in mente è proprio quella di una persona che viene lanciata in mare e che prova a dimenarsi in tutti i modi per restare a galla e non affondare giù.

Il valore di rimanere nell’attesa

Tutti i maestri che ho incontrato nella vita mi hanno sempre detto una cosa: “Sebastiano, prenditi del tempo e attendi”.
Quando volevo chiudere situazioni scomode e aprirne di nuove, la risposta era: “Prenditi del tempo”.
Quando avevo voglia di bruciare le tappe nel mio lavoro, dicevano: “Prenditi del tempo”.

Le possibilità erano due: o io ero un masochista che da brava persona impaziente ricercava inconsciamente delle guide che amavano mettere a dura prova la mia capacità di aspettare, oppure c’è un significato profondo nell’attesa. Ammetto che qualche dubbio l’ho avuto, ma opto per la seconda opzione.

Agire e reagire con prontezza di riflessi, soprattutto in situazioni di dolore, calpesta i tempi che ognuno di noi ha per assimilare, elaborare e far proprie le esperienze che vive. Se ti scansi dallo star male, ma anche se ti fiondi su attività che ti tengono impegnato e ti distraggono da ciò che provi, non ti rigeneri e non risolvi la sofferenza; al contrario, la lasci lievitare indisturbata in un angolo remoto dentro di te.

È come nascondere la polvere sotto al tappeto: casa tua sembrerà ordinata e pulita per gli altri, ma dentro di te sai che c’è qualcosa che ti fa stare a disagio.

Concediti un tempo per non reagire

Quando dici a te stesso “Non ho la forza di andare avanti”, la risposta è semplice: non andare avanti.
È normale volersi un attimo lasciar andare per poggiare la schiena, per riposarsi e recuperare, per rispettare i propri limiti senza voler strafare.

Prenditi una pausa per accettare la crisi, per vivere a contatto con il dolore e la sofferenza. Il mondo può aspettare che ti riprenda, ne sei consapevole? Dì agli altri che ti serve tempo, non importa quanto. Chiedi loro di rispettarlo se dovessero farti pressioni

Non tentare di dimostrare di voler essere forte in ogni situazione. Abbandona questa aspettativa e sospendi il giudizio sulle tue vulnerabilità, poiché è solo riconoscendole che troverai l’accesso alle risorse dentro di te per recuperare la tua serenità. Perché è a questo che serve la sofferenza: a guidarti alle risposte sepolte dentro di te per poterti rafforzare e ricominciare il normale corso della vita con maggiore sicurezza.

In conclusione

Sebbene sia abituato ad essere subito pronto ad agire d’istinto alla vista della crisi e del dolore, prova invece a non reagire. Rispetta i tuoi tempi e lasciati guidare dalla sofferenza per elaborare la situazione che stai vivendo, accedere alle tue risorse e proseguire sul cammino della tua vita.

Se questo per te è un periodo difficile, scrivimi su Whatsapp al numero 3293211971 e sarò felice di ascoltare la tua storia ed aiutarti dandoti qualche consiglio utile alla tua vita.

Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

2 risposte

  1. ciao mi e’ piaciuto molto il tuo articolo. mi consola non dover risolvere agire ma essendo pessimista faccio fatica a staccarmi dalla persona immaginando che in futuro staro’ meglio. eppure ho 55 anni e non e’ la prima volta . grazie

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