Amare una persona non vuol dire provare sentimenti per lei, ma compiere un atto di volontà
Cos’è per te l’amore? La concezione occidentale comune di “amore” è piuttosto deviante. Non è raro, infatti, che il concetto di amore si leghi a quello di “possesso”: io ti amo come persona nel momento in cui “io sono tuo” e allo stesso tempo “tu sei mio”.
In quel momento, non mi rendo conto che sto in realtà affermando che il mio ego si impone su di te, creando una relazione basata sul legame, sì, ma di tipo vincolante.
Alla base di tale processo ci sono la necessità, il bisogno, il desiderio di essere una persona completa e di successo soltanto nel momento in cui si trova dall’altra parte qualcuno in grado di colmare una mancanza. È come se dentro vi fosse un vuoto con una forma geometrica specifica, e si andasse alla ricerca della persona che può combaciare perfettamente e soddisfare, in altre parole, i desideri finora non corrisposti.
È proprio per questo motivo che in una relazione si dicono frasi come: “Ti amo perché mi fai sentire una persona viva”, “Ti amo perché con te mi sento al settimo cielo e sono alle stelle”, “Con te ho iniziato a ridere come non avevo mai fatto prima”.
Amore come appannaggio di un proprio bisogno
Se si basa esclusivamente l’amore su un bisogno esterno, è così che ha vita breve: ha modo di ardere fin quando termina e si esaurisce quella prima fase dei due o tre mesi della cotta e dell’innamoramento.
In quei giorni, infatti, riesci a vedere soltanto quelle qualità positive che ti servono, di cui hai bisogno, ma così facendo escludi tutta un’altra parte di cui è fatta la persona: tutto quello, cioè, che esiste nell’altro e che costituisce la sua autenticità e la sua integrità.
Ecco allora che alla fine dei tre mesi inizia la fase della delusione: capisci insconsciamente che le illusioni che avevi creato dentro di te non possono essere soddisfatte poiché inizi a vedere che l’altro non è semplicemente vita spericolata, risate ed energia, ma ha anche dei momenti spenti, attraversa periodi di bassi in cui richiede a te di essere presente.
È un fatto sconvolgente che ti porta a pensare: “Scusami, io ti ho scelto perché avevo bisogno di te, perché combaciavi perfettamente con il mio vuoto, e adesso la situazione si è ribaltata?!” In quel momento ti accorgi che le cose sono cambiate e inizi a dire: “Ma non sei più come prima!”, “Noi non siamo più la coppia di un tempo, come i primi giorni”. Scema così l’aspettativa di “un amore per sempre”.
L’amore non è un sentimento
Che cos’è l’amore vero? Sentimenti d’amore fondati esclusivamente sul bisogno e sulla necessità si traducono in qualcosa che, in realtà, amore non è.
La fase dell’amore comincia quando inizi a vedere la persona che ti sta accanto per come è realmente, non soltanto nella coppia, ma più in genere nelle amicizie o in famiglia. Non esistono solo le parti belle che ti piacciono e ti servono, ma anche parti più “brutte”, lasciate in ombra: sono quelle che la persona tira fuori nei momenti in cui si sente più libera di esprimere se stessa.
Prendere consapevolezza del bisogno che c’è alla base e che si nasconde dietro l’idea di amore, significa quindi riuscire ad andare oltre e vedere la persona interamente, amandola per quello che è.
Lì si comincia ad amare. Lì si scopre l’amore vero.
L’amore non è un sentimento, ma una decisione. Non si basa su emozioni e stati d’animo momentanei, ma è in grado di andare oltre a tutto questo per diventare un atto di volontà. Riesci ad amare nel momento in cui scegli di farlo, nell’istante in cui sostieni l’altra persona e le stai accanto nelle difficoltà, nelle “brutture”, nelle parti più in ombra e nascoste che mostrerà solo in seguito, e che insieme a tutto il resto formano la sua anima. Solo in questo modo l’amore è eterno.
Amare una persona è leggerle l’anima. Se riesci ad andare oltre il bisogno di possedere l’altro e di colmare così il vuoto che c’è dentro di te, smetti di vivere in modo separato da chi hai accanto. Non ci sarà più un “io” e un “tu”, ma compiendo l’atto di volontà di fare un ulteriore passo sarà possibile creare una nuova realtà relazionale che corrisponde al “NOI”. Un progetto in continua costruzione che è molto di più di “me e te” separatamente, e che ha alla base l’amore vero.
In conclusione
L’amore è semplice nella sua complessità: il vero amore non è il possesso dell’altro e neanche la ricerca di soddisfazione per le proprie necessità. Amare vuol dire leggere integramente l’anima di chi ti sta accanto, nelle sue parti belle e meno belle, nei momenti gioiosi e in quelli difficili. È questo che in una relazione crea completezza universale: generare un “noi”.
Se ti è piaciuta questa riflessione e ogni giorno vuoi riceverne altre di questo tipo, ti invito a scrivermi su Whatsapp al numero 329.3211971 mandandomi un messaggio con scritto la parola “consiglio”. Avremo così modo di conoscerci, di tenerci in contatto e soprattutto di confrontarci su questi stimoli giornalieri.
8 risposte
Hai catturato la mia attenzione fino alla fine…Belle e sagie parole!
Grazie Barbara!
io mi ritrovo esattamente nelle tue parole…. io amo la mia ragazza soprattutto e in particolar modo per le sue debolezze e l’aiuto nelle sue difficoltà….lo faccio da sempre anche da quando non eravamo una coppia…anzi è sempre stata reciproca la cosa… (questo penso sia l’amore)… ora dopo 6 mesi…(ci conosciamo da 5 anni) lei è più avanti di me nel rapporto vorrebbe convivere per motivi logistici e di nostra privacy…. inutile dire che io ho un’ansia e una paura incredibile al punto di essere in confusione…. mi vengono tutti i dubbi del mondo, vuoi per esperienze sentimentali traumatiche, vuoi per non uscire dalla zona di confort….. non lo so… ciaooo
Alla fine com’è andata?
Rosy.
ottimo articolo, complimenti
Grazie Rob!
Che bell’articolo! mi sento più normale perché io amo tanto mio marito che mi lasciata tre mesi fa , e tutti mi danno della stupida .
Tutto vero!