Hai paura di far soffrire gli altri con le tue scelte?

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Le tue scelte non fanno soffrire gli altri: la loro sofferenza non dipende da te, ma dall’interpretazione che loro danno alle tue scelte. Il fatto che soffrano, quindi, ha più a che fare con loro che con te.
Quello su cui puoi lavorare, però, è darti il permesso di condividere in modo chiaro i tuoi bisogni e la direzione di vita che intendi prendere.

Nel mio lavoro, aiuto le persone sensibili a trasformare la sensibilità nella loro forza per costruire relazioni profonde, reciproche. Relazioni in cui esprimere ed essere se stessi.

A volte, però, ci sono delle trappole in cui le persone cadono: una di queste è quella di non seguire i propri bisogni e desideri per paura di far soffrire gli altri.

La trappola consiste nel negare già in partenza i tuoi bisogni e desideri, cadendo nell’automatismo del dare, del metterti costantemente da parte per gli altri (e per non farli star male).

Tutta questa responsabilità ti porta ad annullarti, a sentire di subire la vita e di non esserne partecipe.

Questa responsabilità, però, può essere alleggerita.

Come alleggerire la paura di far soffrire una persona

Quello che puoi fare è condividere: esprimere i tuoi bisogni coinvolgendo l’altra persona.

Molto spesso sta qui l’inghippo: temi che l’altro si possa sentire escluso, e non ti dai la possibilità di rendergli tutto più chiaro esprimendo quello di cui senti la necessità.

Temi che mettendoti al primo posto l’altro possa non valorizzarti? 

Se tendi a dare tanto e a farti da parte perché hai paura che l’altro non riconosca il tuo valore, sappi che in realtà quello che avviene è il contrario. È proprio quando “ti svendi” che l’altro non percepisce il tuo valore.

Le persone infatti percepiscono il valore che tu scegli di mostrare e condividere. Se senti di valere poco, questo è quello che trasmetterai e che verrà percepito.

Da dove deriva la paura di mettersi al primo posto?

Forse non ti stai mettendo al centro perché aspetti che siano le altre persone a dartene il permesso. A riconoscere il tuo valore.

La ricerca del proprio valore, però, non può dipendere dall’esterno. Il punto di partenza per darti il giusto valore è il lavoro sulla tua autostima, che ti porterà a metterti al centro della tua vita.

Come rimetterti al centro della tua vita?

Devi capire qual è il permesso che non ti stai dando, e quale significato profondo cela in relazione al non metterti in gioco con l’altro.

Claudia, una mia cliente, ha raggiunto questa consapevolezza:

“Ti aiuto così non devi aiutarmi tu. E così io non mi devo affidare.”

Non affidarsi per lei significava evitare di essere abbandonata e non vivere con questa paura. Era però faticoso per lei, e ciò la faceva sentire triste e sola.

Bisogna invece che impari proprio ad affidarti, a lasciarti raggiungere dall’altro e a non essere sempre tu ad adoperarti nell’incontro.

Parte di questo lavoro inizia dal coinvolgimento dell’altra persona.

Come puoi smettere di farlo?

Parte tutto dell’ascolto di sé. Puoi sentire cosa stai vivendo in questo momento, te lo dice il tuo corpo.

  • Se hai una morsa allo stomaco, se hai le spalle pesanti, se hai stanchezza, chiediti:

    Come sto in questo periodo?”
    E partendo da questo, “Cosa mi piacerebbe fare in questo momento?”
  • E poi, come ultimo passaggio, una volta consapevole del tuo bisogno e del tuo desiderio, chiediti:
    Qual è la piccola cosa che mi posso dare il permesso di fare?”

Inizia da piccole cose che puoi sostenere. Piccoli permessi, come ritagliarti uno spazio per te dopo il lavoro o uscire con gli amici senza il partner. Ma fallo condividendo con la persona che ti sta accanto questo desiderio. 

Certo, non sempre gli altri capiranno e accoglieranno i tuoi bisogni. Potrebbero ribellarsi e sminuirti.
Ti lascio quest’altra riflessione: il contesto in cui vivi, che tipo di contesto è?

Nelle situazioni che abiti c’è accoglienza?
Stai bene lì, oppure senti di doverti adeguare, o di dover addirittura sottostare?

Se la tua situazione rappresenta qualcosa di pesante, di brutto, concediti il permesso di cambiare qualcosa, di mettere qualcosa di bello. Piccole cose: immaginale, disegnale, dagli una forma.

Come ti piacerebbe che fosse un contesto sereno, in cui star bene?

In conclusione

Ricapitolando:

Vai col pilota automatico quando si tratta di dare agli altri?
Hai paura di farli soffrire scegliendo per te? 

Tieni presente che non dipende da te ma da loro. Dalla loro interpretazione, dalla loro visione, dalle loro convinzioni.

Inoltre:

I contesti che vivi ti accolgono? Ti sostengono?
Quali sono i vincoli che senti in questo periodo e quali permessi ti puoi iniziare a dare?

Ascoltati partendo dal corpo, perché tutto inizia sempre dall’ascolto di sé.

Spero che questo articolo ti sia stato d’aiuto. Se trovassi difficile darti i permessi di cui abbiamo parlato, allora possiamo lavorarci insieme.
Nel mio percorso 3 Mesi per Affermarti aiuto proprio a fare questo passaggio: a rimettersi al centro senza sentirsi in colpa ma sentendosi sicuri, desiderosi di esprimere se stessi. 

Compila il questionario sulla pagina del percorso per accedere alla prima chiamata di svolta gratuita. Nel caso in cui dovessimo essere in linea rispetto a quello che vuoi realizzare e alla direzione che vuoi dare alla tua vita, ti spiegherò più nel dettaglio come funziona.

Se, invece, ti piacerebbe approfondire questo argomento, guarda video o ascolta il podcast.

Un abbraccio, alla prossima!

Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

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