Cercare la Felicità e non riuscire a trovarla. Come mai?

Tempo di lettura: 3 minuti

Trovare la Felicità e l'equilibrio

Molti insegnano il modo per Cercare la Felicità.
Tanti la ricercano ossessivamente. Troppi gli infelici

Sempre più gente si avventura nella ricerca ossessiva della vita felice. Una di quelle fatta di successi, di risultati grandiosi, di obiettivi accatastati uno sopra l’altro.
Sbucano così da ogni angolo i “felicitologi”, i guru che insegnano infiniti modi per cercare la felicità, propinando ricette, strategie segrete, tecniche infallibili e motti miracolosi.

“Vuoi essere felice?
Non perdere tempo!
Diventa più produttivo!
Raggiungi mille obiettivi!
Sii una persona di successo!
Cambia! Puoi essere una persona migliore!”

Leggendo queste frasi, personalmente non posso far a meno di contattare la sensazione di non andar bene così come sono.
Arrivo persino a chiedermi se una condizione di infelicità, a questo punto, sia da scansare a tutti i costi e da considerare sbagliata, “socialmente inaccettabile”.

“La Felicità capita ed è una fase transitoria.
Tu puoi passare quindici anni nella stessa posizione di yoga, quindici anni disteso sul divano dello stesso psicanalista, quindici anni a fare il bene. Ma non essere continuamente felice, per la natura stessa della coscienza.”

Qui e Ora – F. Perls

La ricerca della felicità fine a se stessa

Cercare una felicità fine a se stessa è assurdo. D’altronde, come suggerisce lo psicologo Perls, basterebbe comprare un biglietto per Disneyland per vivere la gioia e l’eccitazione. Non sarebbe molto più semplice?

Può darsi che nel tempo si sia fatta confusione con il termine “felicità”, idealizzandola a qualcosa che risiede al di fuori di noi. Nessuno, però, sa darne una definizione universale. Nel dubbio, occorre fare, avere obiettivi, puntare in alto.

In questo modo, l’essere umano magari ha iniziato a osare troppo, non rispettandosi e, al contrario, percorrendo una strada la cui meta è addirittura inesistente. Ha creato, paradossalmente, la situazione opposta al suo intento: l’infelicità.

L’ossessione per la felicità ne sta deteriorando il senso stesso, creando due assunti:

  • non vai bene così come sei – se ti guardi intorno c’è gente strafelice, che dice addirittura cosa fare per essere “come loro”. Segui il loro esempio, li imiti.
  • puoi fare di meglio – concentrati su ciò che vuoi ottenere e spingiti oltre i tuoi limiti perché puoi sempre essere migliore di così.

 

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Da che prospettiva cercare la felicità?

Ho trovato una discussione interessante su uno dei siti di crescita personale.

Cliente: “Quest’anno ho aumentato la mia produttività, ho raggiunto grandi traguardi nel lavoro e ho iniziato anche a fare sport. Una vita piena e attiva, insomma! Allora perché non sono felice?”
Felicitologo: “Perché non conta quanti obiettivi raggiungi, ma la qualità degli obiettivi.”

È ancora una volta una visione su ciò che si fa, fermandosi alla superficie. La questione, purtroppo, non si risolve né nella quantità né nella qualità degli obiettivi.

“In questo periodo mi sto impegnando molto nel lavoro, con buoni risultati. Sto andando anche in palestra. Perché continuo a non essere felice?”
“Tutto questo, a cosa ti è utile?”
“A ricevere una promozione a lavoro, a piacere di più fisicamente.”
“Avere una promozione e piacere, a cosa ti è utile?”
“A sentirmi gratificato, è ovvio!”
“Sentirti gratificato, a cosa ti è utile?”
“A sentirmi riconosciuto dagli altri.”
“Sentirti riconosciuto, a cosa ti è utile?”
“Mi sento solo… non ho nessuno.”

Questa, invece, è una discussione che ho avuto con una persona che ho incontrato. Insieme abbiamo chiuso sempre di più il cerchio: siamo passati da un piano puramente autoreferenziale (voglio la promozione, voglio piacere) a quello di contatto con un’intimità assente (mi sento solo).

Quindi, che senso ha fare grandi cose per te stesso se non c’è nessuno con cui condividerne il valore?

Smettere di cercare la vita felice e ristabilire l’equilibrio

È questa la grande bugia sulla felicità! Non si può costruire una vita felice puntando soltanto sui successi.
È importante avere obiettivi, sia chiaro. Una prospettiva sul futuro è essenziale per sentirsi vivi. Ma trovare armonia, pace dei sensi e felicità non è possibile se tutto è fine a se stesso. E quella stessa felicità non è reale, è transitoria.

Isolarsi, allontanarsi dalla propria famiglia e dagli amici non porta alla felicità genuina. Al contrario, si può avere una vita felice soltanto se si compie un atto di vero amore, che si manifesta nella condivisione e nella relazione con le persone care.

Per affrontare la pressione costante dei bisogni interni e delle richieste dell’ambiente, il tuo organismo tende a ripristinare l’equilibrio perduto.

Immagina di essere un funambolo: cammini sulla corda, sospeso sul vuoto con le braccia aperte. Per mantenere l’equilibrio non puoi essere rigido; al contrario, dovrai essere morbido e assecondare l’oscillazione, a destra e a sinistra.

Il fine ultimo, quindi, non è la felicità in se, ma la ricerca di tale equilibrio.
Un equilibrio interno, che parte dall’ascolto di sé, del corpo e dei propri bisogni.
Un equilibrio esterno, in base alle richiesta da parte dell’ambiente e alla costruzione delle relazioni col mondo.

Tengo particolarmente a questo cambiamento di prospettiva per star bene e vivere in armonia con se stessi e gli altri.
Tu, invece, cosa ne pensi? Mi piacerebbe conoscere la tua opinione con un commento alla fine dell’articolo.

 

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Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

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