Stai recitando un copione che tu stesso hai scritto e di cui hai scelto il finale
Tutto il mondo è un palcoscenico, come recita Shakespeare. Ciò significa che ognuno di noi è un attore che recita dei ruoli, dei “giochi psicologici” che seguono una sceneggiatura ben precisa: il copione di vita.
Perché lo facciamo? Beh, è abbastanza difficile gestire l’incertezza su cosa accadrà domani, ed è per questo motivo che abbiamo bisogno di uno schema per prevedere gli avvenimenti futuri. Un racconto personale costruito in base alle esperienze vissute in passato, in cui siano presenti dei personaggi, una scenografia, delle comparse, un pubblico e un protagonista d’eccezione: tu.
Il copione è fatto dalle storie ascoltate e le esperienze vissute
Nell’antica Grecia, i poeti raccontavano storie di grandi eroi che a lungo hanno ispirato la vita degli ateniesi a tal punto da trasformare i loro comportamenti.
Anche noi, da piccoli, abbiamo ascoltato fiabe, favole, storie popolari, racconti di eroi e leggende che hanno plasmato il nostro modo di essere e creato in noi delle aspettative nei confronti della vita. Se preferisci, siamo tutti figli delle storie che ci hanno raccontato da bambini e che oggi condizionano in modo per noi inconsapevole il modo in cui agiamo.
Le storie di cui ti parlo, però, non sono soltanto fiabe ma anche messaggi che i genitori, la scuola e il contesto culturale ti hanno trasmesso. Hanno fatto sì che scrivessi la trama del tuo copione personale e sapessi come comportarti e quali scelte prendere al fine di determinare il tuo futuro.
Si tratta a tutti gli effetti di un programma di vita che ti lascia soltanto l’illusione di agire in autonomia, ma che ti farà da guida occulta fin quando non ne prenderai consapevolezza.
Il copione e la profezia autoavverante
Se il copione ha un lieto fine, ti mostrerà come mettere a frutto le tue capacità; se invece ha un finale drammatico, ti depisterà e ti farà immedesimare in un personaggio che non sei realmente tu.
Lo scopo di questo articolo è stimolarti a prendere consapevolezza del tuo copione per poi riscriverlo ed interpretare le parti in cui senti maggior autenticità.
Proviamo a immaginare per un attimo quale possa essere il futuro di un bambino a cui è stato raccontato:
- Sei un ragazzo speciale!
- Sei proprio un bambino bello e intelligente.
- Insegui sempre i tuoi sogni.
- Trova la persona che ti renda felice.
- Quando crescerai, farai grandi cose.
Probabilmente costruirà una storia in cui sarà un protagonista eroico, con una buona autostima e in grado di conseguire grandi successi. Una persona amata, che ha saputo costruire una famiglia felice e che ha sempre creduto di poter realizzare ciò che desidera.
Se è vero che dal copione nascono le azioni che determinano il destino, allora questo bambino sarà un adulto realizzato e soddisfatto della propria vita.
Prova a immaginare la scena opposta, in cui allo stesso bambino siano state raccontate storie tragiche e distruttive:
- Se sei già monello adesso, da grande sarai una peste!
- Sarai un buono a nulla come tuo padre.
- Quanto sei stupido!
- Il tuo posto è qua, non si scappa.
Quel bambino seguirà un copione in cui recita la parte dell’antagonista, incarnando le sue convinzioni limitanti ed immedesimandosi a tal punto da vivere sul serio una storia drammatica, destinato a essere sconfitto. Così, identificarsi con la peste che fa disperare gli altri lo condurrà a non costruire nulla di buono per sé, a fare delle scelte antisociali che ledono il suo benessere (e la vita) e quello degli altri.
Il copione determina il modo in cui vedrai te stesso, le tue azioni e ciò a cui sei destinato.
Così, molti atleti subiscono infortuni pochi giorni prima di una gara importante, compromettendo l’opportunità di ottenere il premio e il riconoscimento che il mondo dello sport vorrebbe assegnare loro. Nel loro copione non si vedono come vincitori e le loro azioni mirano a dimostrare che non meritano il successo.
Una donna che in passato abbia avuto relazioni affettive sofferte dirà che “Gli uomini sono tutti uguali”. Il suo copione la porterà a cercare l’amore in rapporti che, però, confermino la sua convinzione di fondo. Se non ne sarà consapevole e non creerà un cortocircuito, avrà sempre uomini al suo fianco che la faranno soffrire e la deluderanno.
Il fatto che si tratti di un processo inconscio lo rende subdolo, mirato a compiere in segreto la profezia che si autoavvera. Tuttavia, parlare dell’effetto che hanno avuto le storie ascoltate da piccolo non ti solleva dalle responsabilità. Non è solo addossando la colpa agli altri che avrai un futuro diverso.
Il tuo compito è ora di scoprire il ruolo che più ti rappresenta e interpretarlo, così da cambiare la visione che hai di te e, di conseguenza, le tue azioni. Del resto, ricorda che il destino autentico degli uomini è essere felici: chi mai vorrebbe un finale tragico per la propria storia se avesse la possibilità di scegliere?
Vediamo allora un esercizio per prendere consapevolezza del tuo copione.
Sii consapevole del tuo copione di vita
Immagina che il tuo copione di vita venga rappresentato su un palcoscenico.
- Di che tipo di rappresentazione si tratta? (Commedia, tragedia, dramma, musical)
- Qual è il tema di fondo del copione? (avrai successo o insuccesso?)
- Che ruolo hai nella storia? (Protagonista, antagonista, comparsa)
- Quali sono le cose che fai in modo autentico? Quali ti fanno sentire in un ruolo che non ti appartiene?
- Chi sono gli altri personaggi? Che relazioni hai con loro?
- Con quali dei personaggi senti di poterti esprimere rimanendo te stesso?
- Immagina di immedesimarti nel pubblico: qual è la tua reazione allo spettacolo? (Applaudi, ridi, piangi, provi disgusto, ti alzi e vai via)
Prenditi il giusto tempo per svolgere l’esercizio, senza fretta. Per far sì che abbia valore, rimani in contatto con te stesso e lascia che emergano tutti gli elementi dal retroscena.
Se vuoi, condividi con me il tuo copione contattandomi su Whatsapp: 329.32.11.971.