Essere indifferenti e come reagire all’indifferenza

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Essere indifferenti e come reagire all'indifferenza Sebastiano Dato
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Indifferenza, ovvero non lasciarsi coinvolgere dagli altri e da ciò che succede nel mondo.

Si è soliti pensare che la capacità di essere indifferenti agli eventi della vita sia un vero e proprio punto di forza. Tuttavia, la realtà è ben differente: l’indifferenza fa male sia a chi la subisce sia a chi la mette in pratica.
In questo articolo scoprirai i motivi che portano ad essere indifferenti e soprattutto come reagire all’indifferenza degli altri.

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Cos’è l’indifferenza verso una persona

Indifferenza vuol dire distacco. Colui che si mostra indifferente evita il coinvolgimento emotivo diretto rispetto alle cose che gli succedono o alle persone che incontra. Come ti dicevo, questo tipo di approccio al mondo è deleterio e controproducente.

L’indifferenza verso una persona fa male a chi la riceve. Per chi prova ad entrare in relazione con una persona che, però, innalza mura difensive, l’atteggiamento indifferente dell’altro ferisce e fa star male. È il caso di molti figli che di fronte alla freddezza genitoriale assumono atteggiamenti funzionali ad attirare l’attenzione: persino venir sgridati è meglio che essere ignorati, ed è per questo che non sono rari atti vivaci o di ribellione da parte di adolescenti.

L’indifferenza verso una persona fa male anche a chi la pratica. A furia di non lasciarsi scalfire, si tengono le persone lontane. L’inevitabile solitudine che ne consegue, va da sé, non è proprio piacevole.
Tutti noi abbiamo bisogno di incontro; il distacco, invece, fa sì che tale necessità naturale non sia soddisfatta.

Da dove ha origine l’indifferenza

Essere indifferente sarà stato utile in passato. Quando ci comportiamo in determinati modi lo facciamo perché sul momento ci sembra utile ed è l’unica modalità che conosciamo. Tornando all’esempio del figlio, se decide di assecondare il volere del padre per sentirsi da lui considerato finisce per annientare la propria sensibilità. Crescendo, tale modalità potrebbe essere mantenuta in vita inconsapevolmente, seppure non sia più essenziale ricevere attenzioni paterne come in passato.

Se l’indifferenza fa parte della tua modalità di relazione, prova quindi a chiederti se ti crea disagio e, soprattutto, a cosa ti è utile.
Indossare una corazza permette di proteggersi da eventuali delusioni oppure di non lasciarsi travolgere dal potere dei sogni e della fantasia, rimanendo coi piedi per terra. La controindicazione, però, è che corazzandoti non lasci che gli altri si avvicinino a te: li tieni lontani, e ad un certo punto saranno loro stessi a mantenere le distanze per proteggersi.

Troppa protezione blocca il cambiamento. Quando tieni gli altri distanti in realtà è da te stesso che vuoi rimanere lontano. L’incontro con le persone ti mette di fronte a te, e questo è generatore di un cambiamento inevitabile: non si è più gli stessi dopo che ci si è incontrati.
Alla base di tale evitamento c’è la grande paura dell’ignoto: non sapere cosa succederà in futuro spaventa e fa rimanere aggrappati ancora più forte alla zona di comfort.

Come rispondere all’indifferenza altrui?

Arriviamo al dunque: come reagire all’indifferenza? Anche qui, ci sono delle domande che puoi porti per riflettere e voltar pagina.
Se ti ferisce stare accanto a persone che si dimostrano indifferenti a te, come mai continui a scegliere quelle relazioni? Se infatti è vero che un comportamento lo si mette in atto perché è utile a qualcosa, prova a riflettere su cosa ti da quel tipo di rapporti e pensa a ciò che ti impedisce di andare alla ricerca di altro… di ciò che ti faccia star bene.

Spesso alla base c’è un bisogno. Non lo sappiamo, ma tante volte scegliamo le persone da frequentare sulla base di alcune nostre necessità, anche quando ci fanno sentire feriti. Forse per te scalfire la corazza dell’altro rappresenta la sfida di sciogliere un cuore di pietra e poterlo così guarire? Oppure, non è che anche tu allo stesso tempo stai evitando il contatto con te stesso poiché hai paura a metterti in gioco e prenderti la responsabilità del tuo benessere?

Conclusione

È questo atteggiamento di ricerca e scoperta di te che ti permetterà di prender consapevolezza della tua distanza dalle cose o reagire all’indifferenza subita. Capisci prima di tutto chi sei in realtà per poter stabilire i tuoi confini personali e definire, invece, verso chi o cosa desideri muoverti.

Se senti di non poter riuscire a compiere questi passi da solo, posso accompagnarti in questo cammino attraverso un percorso che possiamo fare insieme online, ovunque tu ti trova. Puoi visitare la pagina o contattarmi per avere tutte le informazioni.

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Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

Una risposta

  1. Ciao!..purtroppo penso di essere caduto al pieno nella fase dell’indifferenza!..la cosa che mi fà più male è nel rapporto con il figlio.

    Sono separato da 8 anni e mio figlio al tempo aveva aveva 5 anni.

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