Giudicare le persone fa star male: equivale a giudicare se stessi

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Giudicare le persone

Quando giudichi te stesso, giudichi parti di te che non accetti

Giudicare le persone equivale ad osservare un tuo stato di sofferenza spostando il punto di vista. Fare ciò non ti permetterà di star meglio, e come conseguenza aggraverà il senso di malessere.

È un concetto che ho approfondito recentemente e che mi ha fatto riflettere poiché rispecchia culturalmente il mondo attuale. C’è molta gente che oggi giudica gli altri per scontrarsi con le loro ideologie politiche, per denigrare le differenze culturali, per condannare in modo assoluto una persona da un suo atteggiamento.

Eppure, se ci fermiamo un attimo a ragionare, cosa si guadagna a giudicare le persone? Cosa c’è di buono nell’imporre una propria visione sulla vita e le idee degli altri in modo così aspro e spietato? La risposta è semplice: niente.
Anzi, piuttosto che da guadagnare c’è da perdere: si sprecano energie e tempo per costruire situazioni di scontro che contribuiscono a far star male e alimentano stati d’animo poco piacevoli di rabbia e rancore.

Qual è il motivo che ti spinge a giudicare?

Un atteggiamento giudicante, ha poco a che fare con l’altra persona e riguarda moltissimo il rapporto che hai con te stesso. Lo psicologo Carl Gustav Jung diceva:

Tutto ciò che ci infastidisce negli altri può portare ad una maggiore comprensione di noi stessi

Jung

Si riferiva all’assunto che dentro di noi esistano delle zone d’ombra, ovvero qualità ed aspetti del carattere di cui non siamo consapevoli e che riusciamo a vedere soltanto proiettandoli sulle altre persone. Così, da esse ci sentiamo attirati, le teniamo sempre al centro della nostra attenzione e dei nostri pensieri parlandone, bene o male che sia.

Giudicare, allora, è un modo per proiettare gli aspetti di te che non accetti ed evitare di assumerti la responsabilità di un lavoro di consapevolezza per migliorarli e cambiarli.
Per portare luce alle tue zone d’ombra, prova a fermarti ogni volta che stai per emanare il tuo giudizio nei confronti di qualcuno e chiediti:

“Cosa mi spinge a giudicare questa persona?
Qual è il bisogno che sto cercando di soddisfare?”

Se ad esempio provi rabbia e fastidio per le persone che amano stare al centro dell’attenzione, interrogarti su cosa davvero ti spinge a giudicarle potrebbe portarti a scoprire che anche tu provi il bisogno di sentirti visto e che per qualche motivo tendi a reprimere il tuo desiderio.
Se tendi a squalificare alcuni tuoi amici di fronte al gruppo, forse vuoi nascondere una bassa autostima e dimostrare invece di essere superiore a loro.
Ancora, giudicare una persona alle sue spalle potrebbe essere un atteggiamento di difesa che tiene gli altri lontani per paura di essere tradito.

Insomma, giudicare le persone è il modo per alimentare anzitutto il giudizio verso le parti di te che non accetti. Di conseguenza, il tuo giudice interno diverrà sempre più rigido nei tuoi confronti, ti imporrà di star male e farà terra bruciata nel campo delle tue relazioni poiché le persone non riusciranno più ad avvicinarsi e a fidarsi di te.

Come abbandonare l’abitudine a giudicare le persone?

È assodato che nessuno è in grado di guadagnare qualcosa di buono dal tuo giudizio, né tu né l’altra persona. Impara allora a distaccarti dal meccanismo che ti rende giudicante, a uscire fuori dalle situazioni per osservarle semplicemente dall’alto, da una prospettiva neutra. Se ti allenerai a far questo, sarai in grado di filtrare le situazioni e distinguere tra ciò che per te può essere buono, che rappresenta una fonte di arricchimento, e ciò che invece non serve alla tua crescita e che puoi scartare.
Poni l’attenzione su ciò che puoi trarre di utile dai consigli, dalle critiche, dai feedback, sospendendo il giudizio e frenando la voglia di replicare e di innescare così un ciclo senza fine.

All’inizio sarà come andare in palestra per la prima volta e iniziare a fare gli esercizi con piccoli pesi da 1 kg. Del resto, hai anni e anni di esperienza alle spalle che ti hanno conferito il titolo di cintura nera di giudizio degli altri; disimparare uno stile di vita così radicato per apprenderne uno nuovo è un’impresa ardua, ma ce la farai perché rappresenta la speranza di metterti in salvo dalla negatività e dal malessere e intraprendere il percorso di crescita e miglioramento di te.

Se infine senti sia difficile perché tutti giudicano e questo ti mette nelle condizioni di giudicare a tua volta, cambia i contesti che frequenti. Si tratta di creare una realtà diversa con un linguaggio differente che non trovi ovunque. Avvicinati a persone che abbiano maggior consapevolezza e affidati a dei maestri poiché hanno certamente imparato a non giudicare e sapranno sostenerti nel mantenere la strada buona per te.

In conclusione

Giudicare le persone alimenta la sofferenza perché equivale a porre sotto giudizio le parti di te in ombra che non accetti e di cui non hai consapevolezza.
Chiediti quali siano i bisogni che provi a soddisfare attraverso il giudizio degli altri e soffermati per assumere una prospettiva diversa e limitarti ad osservare, distinguendo tra ciò che per te è buono e puoi tenere e ciò che invece puoi scartare.

Se seti di essere incastrato nel meccanismo del giudicare una persona oppure scopri delle zone d’ombra che ti erano sconosciute, raccontamelo mandandomi un messaggio Whatsapp al 3293211971. Ti invierò dei consigli extra ogni giorno per aiutarti a migliorare la tua vita.

 

Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

3 risposte

  1. E’ una cosa assurda.Se tizio mi ruba il portafogli lo giudico eccome.Un camorrista lo giudichiamo eccome e nn e’ vero che giudicandolo giudichiamo una parte di noi stessi perché lui e’ un delinquente e io no.Il problema sorge quando una persona perbene viene additata di essere delinquente,una persona gentile una persona aggressiva,una persona brillante un deficienfe cioe’ quando gli altri ci accusano specchiandosi con noi stessi,fino al paradosso di sentirsi onnipotenti davanti a noi.La disperazione dei depressi sarebbe la distruzione la disintegrazione di se stessi ma non e’ che facciamo tutto da soli esistono anche gli altri.Il discorso dello psicologo non quadra a meno che nn siamo davanti ad uno specchio narcisistico o siamo bloccati da comportamenti molto violenti di altre persone.Se ci minacciano ci rivolgiamo ai carabinieri e i carabinieri attaccano a noi aggredendoci sulla documentazione delle minacce da esibire,siamo terrorizzati due volte e beh a chi chiediamo aiuto?All’ombra junghiana ?Nn sono loro sono io che devo cambiare ma in realtà facendo così i comportamenti altrui spariscono.Quindi giudicare i comportamenti sbagliati altrui e’ fondamentale idem giudicare male i delinquenti;se interrompiamo il giudizio ci ammaliamo perché se viene interrotto in continuazione l’odio e la persona che agisce male non si assume nessuna responsabilità ma ti accusa violentemente ma di che parliamo?

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