L’importanza della tristezza e di ciò che vuole dirti

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“Che tristezza!” – Sai fare i conti con quest’emozione?

“Sono triste, cosa posso fare?” L’emozione della tristezza riguarda tutte le persone: dal nostro passato, al presente, a ciò che avverrà in futuro, tutti infatti facciamo i conti con un momento in cui l’umore è basso.
Come qualsiasi altra emozione, la tristezza svolge un ruolo importante. Capiamo quindi le ragioni del nostro essere triste, significato e modalità di gestione di questo stato d’animo.

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Tristezza: significato e funzione

La tristezza è da rivalutare. Quando si parla di emozioni non si può non citare il film Disney Inside Out. Esso rappresenta un vero e proprio elogio della tristezza poiché, per quanto dolorosa, ne mette in risalto le sue funzioni, essenziali per l’esistenza.
Ognuno di noi può darle un significato diverso, dal mancato raggiungimento di un obiettivo alla mancanza di qualcosa. Il vero messaggio veicolato dalla tristezza, però, indica che abbiamo subito la perdita.

Essere tristi spinge al ritiro. Sentirsi giù di morale spinge all’isolamento, ad allontanarsi dal resto del mondo per stare un po’ di tempo con se stessi. È qui che risiede l’importanza della tristezza: essa ti induce al ritiro per condurti all’interno della tua sofferenza poiché hai bisogno di elaborare tutto ciò che scaturisce dall’aver perduto qualcosa o qualcuno.
Occorre scomporre la sofferenza e, nel caso della perdita, di struggere gli schemi che appartengono al passato per poterne ricostruire di nuovi. Nuove modalità per stare al mondo.

Così, immagina quanto sia importante elaborare l’assenza improvvisa di una routine giornaliera e della capacità di sostenersi in seguito alla perdita di lavoro per potersi ridare una direzione professionale positiva e costruttiva. Ancora, in seguito alla fine di una relazione è essenziale destrutturare la separazione, immergersi nei ricordi per poter ridefinire pian piano i propri confini personali e, in seguito, riaprire nuove prospettive a rapporti futuri.

La fuga dalla tristezza come risposta

In genere, si tende a sfuggire alla tristezza. La comune (ma non naturale) reazione quando si ha l’umore basso è quella di scappare dalle emozioni sofferenti. Lo si fa spesso rifugiandosi in strategie poco mature che tagliano fuori il dolore anestetizzandosi: puoi pensare all’uso di alcool e droghe, che appannano i pensieri. Ma puoi anche ricordare tutte quelle volte in cui tieni impegnata la mente il più possibile lavorando o adoperandoti, e ancora alle relazioni occasionali che distraggono dal centro della questione.

Ciò avviene principalmente per due motivi:

  1. La tristezza pare non sia socialmente accettabile. La malsana tendenza a mostrarsi forti ed invincibili fa sì che essere tristi equivalga ad essere deboli e fragili nell’immaginario comune. Tuttavia, mostrare le proprie fragilità non è per niente correlato alla tristezza e oltretutto non è da giudicare né tantomeno da denigrare. È un sincero appello alla propria autenticità.
  2. Attraversare il dolore fa male. Sebbene soffrire sia insopportabile, bisogna comprendere che l’unico modo per superare un periodo triste è attraversarlo pienamente, avendo consapevolezza del fatto che esso abbia un inizio e una fine. Un tempo definito, dunque, che spesso però viene prolungato all’infinito proprio in seguito alla fuga da tristezza ed emozioni affini.

Cosa significa, dunque, gestire la tristezza

Più che chiedersi come superare la tristezza occorre comprendere in che modo viverla per gestirla:

  • Osservala e non giudicarla. Il primo passo per gestire la tristezza consiste nella sua osservazione, evitando di criticarla e di identificarti. Smetti di essere la tua tristezza e prova a stare con lei: da uno a dieci, sapresti dire quanto è forte? Quali sono i momenti in cui ti senti più triste? Cosa l’ha attivata nella tua vita?
  • Aprile le porte e lasciala entrare. Dopo averla osservata, accogli la tristezza e, come già detto, permettile di guidarti e di andare sempre più a fondo. Assecondala se hai bisogno di ritirarti un po’ con te; confidati con i tuoi amici se ne senti la necessità, affinché possano aiutarti ad elaborare la tua ferita per una perdita.
  • Permetti a qualcosa di nuovo di germogliare. Quando attraversi il dolore ed elabori tutto ciò che ne consegue, la novità nasce dentro di te. È la tristezza che avendo esaurito la sua energie si trasforma e ti prepara ad affrontare di nuovo la vita pienamente. La sofferenza assume così altri significati che magari adesso non puoi comprendere poiché la tua attenzione viene richiesta dai processi di destrutturazione.

Conclusione

Ricorda che se blocchi la tristezza, essa si protrae nel tempo e si fissa; se la accogli, invece, svolge la sua funzione e muta le sue sembianze, cambiando forma.
Osserva la tua tristezza senza identificarti, accoglila e lasciala trasformare.

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Sebastiano Dato

Sebastiano Dato

Ho già aiutato centinaia di persone sensibili verso gli altri a sbloccarsi e aumentare l’autostima, per centrarsi su di sé senza sensi di colpa, affermarsi nelle relazioni e sentirsi riconosciute e gratificate.

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