Che stile comunicativo hai? Conosci la comunicazione assertiva?
La comunicazione assertiva ci riporta sul piano del vivere in modo sano le relazioni. D’altronde, il primo degli assiomi della comunicazione formulati dalla Scuola di Palo Alto dice che è impossibile non comunicare: in ogni interazione, da quella telefonica al relazionarsi in presenza, comunichiamo sempre qualcosa attraverso le nostre parole, lo sguardo, il corpo o i silenzi. Persino non essere presenti comunica all’altro la nostra assenza.
In base alla nostra unicità, ognuno di noi assume un proprio modello comunicativo. Lo stile che scegliamo di adottare dipende da fattori come i nostri vissuti passati, le persone da cui abbiamo appreso gli schemi comportamentali, le nostre credenze, l’autostima e la sicurezza in se stessi. Tutti aspetti che insieme contribuiscono a formare la nostra identità come persona.
Assumere un modello di comunicazione assertiva si traduce nella capacità di affermare se stessi, facendo valere il diritto di esprimere le proprie opinioni, di vivere genuinamente le emozioni e gli stati d’animo, di rispettare e preservare la propria identità.
Comunicazione passiva vs Comunicazione aggressiva
Generalmente, il nostro stile comunicativo oscilla tra due poli rappresentati da un modello in cui ci mostriamo remissivi, tendenti a subire e accettare gli avvenimenti esterni incondizionatamente, e un modello più dirompente, che cerca di calpestare l’altra persona e le sue esigenze.
- La persona che è solita utilizzare una comunicazione passiva affronta la vita con il capo chino, rivolgendo lo sguardo verso il basso per non dar fastidio e non risultare scomoda. La convinzione che è alla base, infatti, è quella di essere inferiore, di non dover arrecare disturbo con le proprie faccende di poco conto e che è meglio tenersi tutto dentro per non rovinare un rapporto. Dentro di sé, però, sente che qualcosa non va nelle situazioni che vive perché non si sente vista, non riesce a dar voce ai propri bisogni, si adegua senza mai dire di no ai desideri degli altri per non scontentarli, vive in modo ansioso e si sente facilmente in colpa.
- Chi invece adotta la comunicazione aggressiva, ritiene che gli unici diritti da far valere siano i propri. Per tal motivo, impone le proprie opinioni screditando quelle degli altri perché poco importanti, tende a portare il confronto sul piano del conflitto alzando la voce e utilizzando una gestualità forte, irruenta. Attorno a sé, creerà un clima di scarsa fiducia e di instabilità poiché sarà l’altro stavolta a non sentirsi visto e cercherà di tenersene alla larga per non litigare e non farsi mettere i piedi in testa.
Entrambi i modelli comunicativi hanno in comune la caratteristica dell’insicurezza e della bassa autostima: rinunciare alla propria opinione o imporla di prepotenza nascondono la necessità di lavorare su di sé per esprimersi nel rispetto della propria persona e degli altri.
Prova a pensare un attimo ai contesti che vivi ogni giorno: la tua famiglia, gli amici, la palestra, il lavoro. Ti riconosci in uno di questi due modelli? Ci sono delle situazioni in cui senti che per farti ascoltare l’unico modo sia urlare, oppure altre in cui ti senti in difetto e ti dispiace non far felice chi ti sta di fronte pur dovendo rinunciare a una parte di te?
Potresti anche rispecchiarti in entrambi i modelli ma in situazioni diverse.
In ufficio hai un capo dispotico con cui non riesci ad entrare in relazione se non mostrandoti in un atteggiamento remissivo. Ogni giorno ha sempre qualcosa da dire sul lavoro di tutti, sembra che niente gli vada a genio e continua a ripetere che soltanto lui è capace di elevare le cose verso la bellezza e la perfezione. Dentro di te accumuli rabbia e la tieni a bada perché sai che in fondo se lui è il capo vuol dire che ha ragione, o per lo meno che ciò che pensa abbia un peso maggiore.
Allora torni a casa, dove ti senti a tuo agio, e via i freni inibitori! Scatti perché tuo figlio rincasa tardi dagli allenamenti e la cena si è freddata, ti imponi sul film da guardare al cinema nel weekend, senza se e senza ma, lasci messaggi minatori al vicino che parcheggia invadendo il tuo posto auto.
Insomma, accumuli e reprimi ciò che provi per poi esplodere e non controllare l’impulsività lì dove ti senti più comodo di dar libero sfogo a ciò che porti dentro.
Lo stile di comunicazione assertiva
Se è vero che in media stat virtus, l’assertività è il punto di equilibrio tra i due estremi che ti permette di star bene con te stesso e con gli altri. Utilizzare la comunicazione assertiva, infatti, ti rende genuino e spontaneo senza rinunciare a parti importanti di te, e allo stesso tempo ti spinge a comprendere le esigenze degli altri e a coglierne le qualità positive, magari allineandole alle tue.
A tutti gli effetti, è un modo per riconoscere sia te che l’altra persona, tracciando un confine chiaro che ti assicura di non farti prevaricare e di metterti nei panni altrui senza dover per forza scegliere di adeguarti o importi. È quello che nella preghiera della Gestalt è espresso in questo modo:
“Io sono io. Tu sei tu.
Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.
Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative.
Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa.
Se ci incontreremo sarà bellissimo;
altrimenti non ci sarà stato niente da fare.”F. Perls
A primo impatto, è bello voler avere a tutti i costi ragione e vincere portando avanti il proprio punto di vista. Ma dopo, cosa ti lascia? Cosa ci si guadagna nell’aver mostrato all’altro di aver torto? È semplicemente un modo per l’ego di vincere sulla natura autentica, bloccandola e incatenandola. Contempla invece l’idea di un’opinione differente, accoglila e accettala, e non sentirti in obbligo di condividerla.
Poni i tuoi diritti sullo stesso piano di quelli degli altri. Spiega le tue motivazioni in modo chiaro ed inequivocabile, mantenendo un punto di vista personale. Esprimiti utilizzando “Io credo – Io penso” per appropriarti di ciò che dici e non proiettarlo in maniera generale sul mondo intorno (“si pensa che – tutti credono che”).
Allo stesso modo, tieniti pronto a riconoscere i tuoi errori e sii sincero nel muovere critiche, concentrandoti sulle azioni e non sulla persona.
Abituati ad ascoltare l’altro e a guardarlo negli occhi, a saper dire di no quando lo ritieni necessario e ad aderire a ciò che per te è buono.
In conclusione
L’assertività si trova già dentro ognuno di noi: farla emergere porta a costruire relazioni belle, empatiche e positive in cui poterti sentire a tuo agio, libero da ansie e condizionamenti. Ti apre al confronto privo di critiche e giudizi, al rispetto e al valore della condivisione. Ti spinge ad affermarti, elevando la stima che nutri nei tuoi confronti e rendendoti una persona più sicura.
In quale stile comunicativo ti riconosci attualmente? Senti di cambiare a seconda delle situazioni che vivi? Scrivimelo in un messaggio Whatsapp al 3293211971 e raccontami la tua esperienza 🙂 .