Oggi la riflessione è dedicata a tutte quelle persone che si sentono condizionate dal passato, e che vivono una confusione, un blocco tale da non capire cosa vogliono fare della loro vita.
La riflessione nasce da un servizio su Rai 3 che ho visto di Gramellini, in cui dice che la scuola non può ridursi ad un semplice posto in cui si insegna come lavorare. Si trasmettono oggi soltanto delle nozioni per un lavoro (ti lascio il video qui di seguito).
La scuola di oggi non è nemmeno fatta per insegnare come essere un imprenditore, nella mente e nel modo di fare. Contemporaneamente, infatti, forse durante la stessa giornata, ho visto un altro video di Gary Vaynerchuck, un imprenditore americano (di origine russa, in realtà), in cui dice che non è stato lui, con i suoi voti bassi, a fallire a scuola ma è stata la scuola che ha fallito con lui poiché oggi è fatta per creare lavoratori, mentre lui voleva essere un imprenditore (anche questo video, di seguito).
Si tratta di due concezioni che trovo siano complementari seppur provengano da due personaggi in due posti completamente diversi (dall’America e dall’Italia), e questo mi ha fatto molto riflettere. Già, perché cosa c’entra la scuola con il passato che ci condiziona? Arriviamo pian piano al dunque, prova a seguirmi.
Se sei interessato alla riflessione, guarda il video o ascolta il podcast in fondo alla pagina. Altrimenti, puoi continuare a leggere l’articolo.
“La scuola non mi ha insegnato niente”
Mi ha fatto riflettere sul fatto che la scuola oggi non sia un posto in cui si apprende come stare nel mondo: Gramellini stesso dice che bisognerebbe insegnare come gestire un sentimento, bisognerebbe insegnare come gestire una perdita a livello emotivo sentimentale, la perdita di un familiare. Una scuola che sia scuola di vita.
Allo stesso modo la scuola insegna come lavorare, ad essere lavoratori, in un mondo che però non offre più lavoro. Oggi vi è l’utopia del posto fisso, del lavoro stabile per tutta una vita, e questo bisognerebbe capirlo.
Però ti faccio una domanda… si tratta di una riflessione, e se vuoi anche una provocazione: come mai, nonostante questo background e contesto, vi sono delle persone che “riescono” ugualmente, ad andare avanti, a creare cose nuove e a realizzarsi con le loro passioni, i loro sogni, o con le attività che a loro piacciono?
Consapevolezza e accettazione del passato
Una parola, semplicemente: consapevolezza. Quando lavoro con le persone, soprattutto con i ragazzi, spesso arrivano con un bagaglio del proprio passato in cui portano dietro pensieri come: “I genitori non mi hanno insegnato niente. La scuola non mi ha insegnato niente. Adesso quindi sono confuso… non so cosa voglio fare della mia vita”.
Prendi consapevolezza del fatto che il passato è passato. C’è adesso il momento presente da vivere, e nel momento presente si possono mettere in linea tutte le direzioni prese durante la propria storia per andare verso una direzione precisa nel proprio futuro. È oggi che si compiono tali scelte!
È una scusa lamentarsi del fatto che non si abbiano avuti dei genitori che sono stati imprenditori e che quindi non ti hanno insegnato a farlo; o di aver frequentato una scuola che non insegna come vivere e allora hai una vita privata e una vita relazionale fallimentari.
Tutto questo esiste, è vero, e bisogna accettarlo e prenderne atto, specialmente a livello istituzionale. Ma cosa fare, intanto?
Assumersi la responsabilità di prendere ciò che ti serve
Aumentare consapevolezza significa mettere sulle spalle il proprio zaino di 15, 18, 20, 40, 60 anni di vita, tirarne fuori il meglio e dire: “Ok, adesso che cosa voglio farne di tutto questo?”. Se la vita non ti ha dato le possibilità, non ti ha insegnato e non ti ha servito le cose di cui adesso hai bisogno, allora devi essere quella persona che va a prendersele, a cercarle.
È questo che significa sviluppare consapevolezza rispetto alla propria vita, una presa di responsabilità che esula dallo scegliere l’opzione più comoda, a volte anche accontentandosi. Spesso vedo proprio questo, gente che alla prima scappatoia o al primo terreno apparentemente abbastanza solido punta i piedi, si accontenta ma in seguito vive tutte le confusioni e le frustrazioni, cadendo nello stato di blocco disorientamento tale da dire “Non so cosa voglio fare della mia vita”.
Andare a reperire, aggredire il mondo (nel senso buono) per prendersi tutto quello che serve, ciò che non si ha avuto: che sia imparare come parlare con la gente e come relazionarsi; che sia crescita personale o crescita professionale.
Gary Vaynerchuck dice, sempre nel video, una grande cosa: alla gente non interessa quello che hai vissuto nel momento in cui crei qualcosa o cerchi un lavoro. Questa è una cosa che insegno spesso ai ragazzi che vogliono sostenere un colloquio di lavoro: sappiamo tutti che hai bisogno di assunto e lo sa anche la persona che deve selezionarti. Mettilo da parte e tira fuori le tue potenzialità perché alla persona non interessa la tua necessità, né la tua storia personale di sofferenza, anche perché ha già le proprie a cui pensare, ha il proprio lavoro su cui deve rimanere concentrata. Porta avanti altre tue caratteristiche.
Circondati di positività
Per prendere consapevolezza chiudi i rubinetti della negatività, in modo che non possano entrare più elementi tossici nella tua vita e che ti attirerebbero sempre più in basso.
Chiudere significa staccare con quelle relazioni infelici; staccare con i social, con tutti i contenuti che creano solo malessere, con le lamentele, le pretese, gente che si addita e si accusa. Tutto questo crea una “Mindset”, uno stato mentale, negativo.
E in seguito, come dice Gary Vee, mettere nelle tue orecchie positività, con la musica, con i podcast, con i corsi, con frasi motivazionali, con i libri. Arricchirti e portare nella tua vita tutta la positività che ti è utile, perché è proprio da quella buona carica che nasce la tua presa di coscienza rispetto alla tua presenza nel mondo.
Piano piano vedrai che il “negativo” che ti circonda non sarà forte tanto da contaminarti. Potrai vederlo, potrai comprenderlo, potrai essere compassionevole e relazionarti con empatia rispetto alle altre persone ma rimanendo nella tua posizione, sapendo che ciò che osservi puoi accoglierlo ma non ti appartiene più.
Faceva parte di te un tempo, costituiva il tuo passato, ma il passato è passato, appunto. Adesso c’è un presente che è fatto di positività, di scelte e direzioni verso un futuro che per te sia roseo.
Allora inizia a decontaminati da quella negatività, portando dentro “le tue orecchie” positività, in modo tale da prendere consapevolezza che il passato è passato, adesso c’è il tuo presente da vivere pienamente per costruire il tuo percorso nel futuro
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